Iniziativa promossa e organizzata da: OGS, The Laboratory The Laboratory on Quantitative Sustainability (TLQS), Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze (FIT) e International Union of Physics and Applied Physics (IUPAP).
“In un tempo in cui la conoscenza scientifica tende troppo spesso a frammentarsi, e a isolarsi in compartimenti stagni, questo evento vuole restituire centralità al dialogo fra discipline diverse, fra generazioni di scienziati. E quale campo migliore, se non quello della meccanica quantistica, per costruire un ponte tra i fondamenti della fisica e le sfide del nostro tempo?” (Nicola Casagli, Presidente dell’Istituto Nazionale di Oceoanografia e di Geofisica Sperimentale)
Venerdì 30 Maggio 2025 dalle 18:00 alle 20:00 la Fondazione Internazionale Trieste – FIT organizzerà al Teatro Miela un evento pubblico nell’ambito dell’International Year of Quantum science and technology (IYQ2025), nel quale la Prof.sa Silvina Ponce Dawson della Università di Buenos Aires, Presidente dello International Union of Physics and Applied Physics (IUPAP), il linguista Prof. Enrico Terrinoni della Università per Stranieri di Perugia e il Prof. Giuseppe Mussardo, fisico teorico e storico della fisica della Scuola Superiore Avanzati (SISSA), dialogheranno su Natura Facit Saltum. L’attrice Sara Alzetta reciterà alcuni dei brani da lei scritti. La Dott.sa Paola Catapano, responsabile della comunicazione del CERN di Ginevra sarà la presentatrice dello spettacolo.
Programma
Relatori
- Silvina Ponce Dawson, Presidente dell’International Union of Pure and Applied Physics (IUPAP)
- Giuseppe Mussardo, Professore di Fisica Teorica alla SISSA
- Enrico Terrinoni, Professore di Letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia
Moderatrice
- Paola Catapano, Giornalista scientifica e comunicatrice scientifica al CERN
Saluti di chiusura
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- Stefano Fantoni, Presidente della Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze
- Nicola Casagli, Presidente dell’Istituto Nazionale di Oceoanografia e di Geofisica Sperimentale
Con la partecipazione dell’attrice Sara Alzetta
Note su “Natura facit saltum”
Stefano Fantoni, Presidente della Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze)
Attorno agli anni 2000, il Laboratorio Interdisciplinare della SISSA (LIS), di cui ero Direttore, ospitò un gruppo costituito da letterati e scienziati, coordinato da Claudio Magris, che dette vita ad una Sezione del LIS, denominata Linguaggi letterari e scientifici. Il gruppo affrontò in quegli anni il tema di come la scienza si apre alla società e non si rivolge solo ai suoi esperti. La scienza è un sapere forte, oggi più che in passato. È grande protagonista del mondo. Nell’immaginario collettivo, però, è sempre più spesso criticata e aggredita da una dilagante superstizione, dall’irrazionalità del catastrofismo ad ogni costo. A questo atteggiamento popolare gli scienziati rispondono con sufficienza e, talvolta, arroganza, aggravando l’incomunicabilità e il senso di diffidenza verso il sapere scientifico.
“La società odierna – sottolineava Claudio Magris – è molto attenta alle problematiche che la scienza solleva, e si interroga continuamente sulle conseguenze che potrebbero derivare dall’applicazione delle conoscenze scientifiche alla realtà. Le domande dei profani, anche se concettualmente errate o poste in modo sbagliato, sono legittime, ed è indispensabile che gli esperti forniscano risposte esaurienti e chiare”. Pena, il volgersi del pubblico verso “discipline” non strutturate né rigorose. Come dice il Galileo di Bertold Brecht, opera da cui emerge la personalità dello scienziato che, più di altri, incarna l’anelito al sapere scientifico: “Se la battaglia per la misurabilità dei cieli è stata vinta dal dubbio, la battaglia della massaia romana per il latte sarà sempre perduta dalla credulità”.
All’interno di questo dibattito generale, il gruppo si pose la seguente domanda: “la letteratura corrente sembra avere assimilato i concetti di una scienza deterministica, quella che si originò nella Magna Grecia con Euclide e molti altri ancora, come ci insegna Lucio Russo nel suo bel libro, La Rivoluzione Dimenticata, e poi ripresa e resa leggibile da Galileo. E poiché la letteratura è voce della società, questi concetti sono entrati nel pensiero e nel linguaggio di tutti. Non che i letterati, come ad esempio Calvino, abbiano tecnicamente capito perché la Luna non cade sulla Terra, ma ne parlano usando anche metafore prese in prestito dai linguaggi scientifici e hanno la percezione di sapere perché i moti degli astri nell’universo, seguono tutti le semplici equazioni di Newton. Perché allora la stessa percezione non sembra esserci per la scienza generata dalla rivoluzione quantistica? E’ solo per ignoranza o perché la Fisica dei Quanti fa ricorso a percorsi mentali estranei ai processi intuitivi? E’ forse la probabilità, concetto cardine della Fisica Quantistica, qualcosa che non rientra nel nostro DNA?”. A fronte di fantastici dibattiti tra scienziati, letterati, poeti, e musicisti, la risposta non fu trovata.
Il 2025 è l’anno mirabilis della Fisica quantistica e delle sue applicazioni. Ha raggiunto i cento anni di vita. In tutto il Globo si rincorrono eventi, convegni per celebrare questo compleanno.
La Fondazione Internazionale Trieste ha voluto riprendere questa domanda del LIS, alla luce dei quasi trent’anni passati da quando è stata originariamente posta. Abbiamo una risposta oggi? E’ ancora una domanda ben posta?
Ne discuteranno il linguista, Enrico Terrinoni, noto traduttore di James Joyce, scrittore molto caro ai triestini e che forse, a quanto lui ha scritto, si è fatto, volontariamente o non volontariamente, questa stessa domanda nel suo percorso letterario, Giuseppe Mussardo, fisico teorico, che la fisica quantistica l’ha usata e la usa quotidianamente e che è anche molto attento alla comunicazione scientifica ed alla storia della fisica e Silvina Ponce Dawson, Presidente dello International Union of Physics and Applied Physics – IUPAP, ben nota biofisica dell’Università di Buenos Aires, e membra della Steering Committee dell’UNESCO per lo IYQ2025.
“Data l’importanza della rivoluzione quantistica” dichiara Silvina Ponce, “e data la necessità di una più ampia consapevolezza del suo impatto passato e futuro, decine di società scientifiche nazionali si sono riunite per sostenere la celebrazione dei 100 anni di meccanica quantistica e celebrare il 2025 come l’anno internazionale della scienza e della tecnologia quantistica, come proclamato dalle Nazioni Unite il 7 giugno 2024”. “Questa iniziativa mondiale si realizzerà attraverso numerose attività organizzate in tutto il mondo e a tutti i livelli, volte ad aumentare la consapevolezza pubblica dell’importanza della scienza e delle applicazioni quantistiche. Natura facit saltum rientra perfettamente nelle attività previste per l’IYQ e penso che sarebbe molto utile poterlo esportare altrove. Mi auguro che venga registrato e messo a disposizione degli allievi delle scuole di ogni ordine e grado”.
Nella prefazione del libro Dio gioca a dadi con il mondo, recentemente pubblicato dalla casa editrice Castelvecchi, l’autore Giuseppe Mussardo ci parla delle “… inedite e importanti ricadute tecnologiche e dell’incredibile ricchezza della meccanica quantistica che si manifesta anche nelle fortissime implicazioni per il sapere in sé e per la storia del pensiero scientifico e filosofico. Molti degli attori di questa stupefacente impresa scientifica – Max Planck, Albert Einstein, Niels Bohr, Werner Heisemberg, Erwin Schroedinger, giusto per citarne qualcuno – possono essere considerati alla stregua dei grandi filosofi del passato …”. E ancora “… ripercorrere quei trent’anni che sconvolsero la fisica …. è una di quelle eccezionali avventure che, sull’onda di un viaggio indimenticabile, ci porta al cuore di uno dei periodi più straordinari della storia dell’uomo”. A cento anni dalla formulazione della meccanica quantistica, l’autore ripercorre con un racconto molto coinvolgente la storia di questa affascinante rivoluzione scientifica attraverso i suoi protagonisti ed i suoi luoghi, dai college di Cambridge, alle scogliere di Helgoland e ad una Copenhagen bellissima e sognante.
“Ho un vivido ricordo” dichiara Giuseppe Mussardo “delle interminabili e concitate discussioni su quanto i concetti della fisica quantistica stessero percolando nell’immaginario dei letterati e quindi della società. I fisici, come Daniele Amati, Erio Tosatti, Giancarlo Ghirardi , da una parte e gli altri, come il matematico e saggista Paolo Zellini, il saggista, narratore e poeta tedesco Hans Magnus Hensensberger, il saggista, economista e storico dell’Università di Bologna, Riccardo Finzi, l’informatico, narratore e saggista Giuseppe O. Longo, il giornalista scientifico Franco Prattico, sotto la sapiente orchestrazione di Claudio Magris dibattevano accanitamente sulle opere di Calvino, di Musil, Gadda e di molti altri ancora. Credo che qualcosa di nuovo sia avvenuto nella letteratura e nella divulgazione scientifica dagli anni 2000 ad oggi. Sarà interessante discuterne al Miela con Silvina ed Enrico”.
Nel suo libro La Letteratura come materia oscura, Enrico Terrinoni fa un parallelo impossibile tra Einstein e Joyce, su come entrambi abbiano voluto sfidare, con strumenti molto diversi, la imponderabilità offerta dai misteri che muovono la conoscenza. Un parallelo tra la composizione del linguaggio e quella dell’universo, con i suoi fenomeni singolari, le sue oscurità, le apparenti arbitrarietà. “Un testo letterario, qualunque esso sia, e a prescindere dalle intuizioni del suo creatore, dalla sua volontà, e persino dalle condizioni in cui vede la luce, sarebbe lettera morta se non esistesse un lettore che lo fa vivere. Ma anche nella scienza, in particolare nell’interpretazione relazionale della quantistica, accade qualcosa di simile: solo quando gli oggetti interagiscono se ne vedono le proprietà, che non sono da considerare, per così dire, intrinseche alle cose, ma appunto relative, relazionali.”
Anche nel suo primo, affascinante romanzo A Beautiful Nothing, misterioso, perturbante, coltissimo e allucinatorio, lo stesso autore affronta metaforicamente questo parallelo, attraverso le vicende incrociate di due studiosi, un vecchio maestro e un giovane allievo, alle prese con un enigma collegato ai pochi mesi trascorsi a Roma, all’inizio del ventesimo secolo, dal grande scrittore irlandese James Joyce e, ancora più indietro nel tempo, alle vicende del filosofo che questi considerava il suo ideale predecessore, Giordano Bruno, proprio a Roma bruciato vivo il 17 febbraio del 1600.
“La domanda alla quale siamo chiamati a rispondere in questo evento”, sostiene Enrico Terrinoni “ è di quelle che mi ossessionano sia quando faccio il lavoro di traduttore sia quando racconto i miei pensieri e le mie fantasie. Siamo letteralmente invasi dalla fisica quantistica e le sue applicazioni tecnologiche, a partire dall’infinitamente piccolo degli atomi e le particelle elementari fino all’infinitamente grande del cosmo. La letteratura, la poesia e le arti figurative non possono prescindere da questa realtà e soprattutto dal futuro a cui questa realtà ci sta portando ad una velocità che è molto maggiore di quella dei processi naturali, tale da incutere dubbi e paure. Per poterla raccontare bisogna tuttavia conoscerla e riuscire ad esserne suggestionati”.